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Febbre tifoide o Peste di Atene

Malattie infettive

Nome: Febbre tifoide o Peste di Atene

Anno: 430-426 a.C

Morti: Circa un terzo della popolazione dell’epoca di Atene

La peste di Atene colpì tre volte la città greca, nel 430, nel 429 e successivamente nell’inverno tra il 427 e il 426 avanti Cristo. Non abbiamo stime precise di contagi e morti, ad eccezione di quello che ci riporta lo storico Tucidide, che si ammalò ma sopravvisse, dandoci una descrizione di prima mano dell’epidemia. Tra le vittime della febbre ci furono anche Pericle, l’importante generale e politico che guidò Atene nella Guerra del Peloponneso.

L’epidemia, che secondo Tucidide veniva dall’Etiopia e si era diffusa nel mondo greco passando da Libia ed Egitto, colpì la città greca proprio a causa della guerra: gli ateniesi, che puntavano molto più sulla propria potenza navale che non sulle forze di terra, avevano ritirato dentro le mura della città anche gli abitanti delle campagne, creando condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene ideali per la diffusione della malattia. Nonostante la malattia avesse ucciso circa un quarto delle loro forze armate, non portò alla caduta della città in mano agli spartani. Questi ultimi infatti, per paura del contagio, decisero di ritirare le truppe, invece di approfittare della debolezza dei loro nemici. L’epidemia provocò un collasso dei costumi sociali e religiosi degli ateniesi, oltre che un profondo scoramento verso le sorti della guerra: secondo un oracolo, infatti, Apollo (che anche nell’Iliade scaglia le malattie contro i suoi nemici) combatteva dalla parte degli spartani.

La vera natura della malattia, che negli anni era stata considerata come peste bubbonica, tifo, vaiolo, morbillo, antrace ebola o febbre emorragica, venne determinata solo nel 2005 grazie all’analisi di alcuni resti archeologici del cimitero del Ceramico. L’analisi dei frammenti di DNA trovati nella polpa dentale delle vittime, fece emergere che la causa erano i batteri Salmonella enterica, che causa la febbre tifoide. I sintomi (in parte contrastanti con la descrizione di Tucidide, in parte perfettamente allineati) sono febbre molto alta, brividi, basse pulsazioni, dolori muscolari, astenia, mal di testa, diarrea o costipazione e dolori addominali. I medici greci, che non avevano mai affrontato una malatti simile, si trovarono impotenti, venendo spesso contagiati per via del contatto coi malati.

Fonte: web